Milano in Egitto. Gli scavi di Achille Vogliano nel Fayum


Milano in Egitto. Gli scavi di Achille Vogliano nel Fayum 
17 maggio – 15 dicembre 2017
Civico Museo Archeologico – corso Magenta 15
Orario: da martedì a domenica, ore 9.00-17.30 (lunedì chiuso)

l-Fayyum, oasi egiziana (che significa «il lago»), occupa una vasta area depressa: circa 30 km a O del Nilo.
Achille Vogliano, Papirologo (Firenze 1881 - Berlino 1953)
A Milano è rappresentato un "viaggio" alla scoperta della cultura egiziana in età greco-romana.
I reperti esposti al Civico Museo Archeologico nella mostra "Milano in Egitto" restituiscono una visione della vita di un villaggio egizio di età greco-romana.
Sono presenti opere provenienti dall'Egitto: da Tebtynis e Medînet Mâdi, due importanti località indagate da Achille Vogliano negli anni Trenta del '900.
Le campagne di scavo condotte nel Fayum dal papirologo, hanno arricchito la collezione milanese.
Si segnala che alcune opere sono sconosciute al pubblico.
A Tebtynis sono stati rinvenuti principalmente oggetti di vita quotidiana di cui un nucleo consistente è stato donato al Comune di Milano e papiri, oggi parte della collezione del Centro Papirologico dell’Università di Milano che in occasione dell’esposizione ne ha concesso in prestito alcuni esemplari.
A Medînet Mâdi Vogliano scoprì un importantissimo tempio di Medio Regno (XIX sec. a.C.) dedicato alla dea-cobra Renenutet e al dio-coccodrillo Sobek, ingrandito in epoca greco-romana come tempio dedicato ad Iside-Thermutis. I reperti, principalmente statue e stele che da questo sito Vogliano fece pervenire a Milano in parte come calchi sono notevoli per unicità, per lavorazione e per il loro significato storico-religioso. Tra questi la statua del fondatore del tempio, il faraone Amenemhat III (ca. XIX sec. a.C.), alcune stele votive, statue (fra cui tre leoni accucciati e una testa regale di sfinge monumentale) e alcuni elementi architettonici.
I reperti in mostra danno un’immagine vivida della vita di un villaggio egizio di età greco-romana e consentono di ripercorrere l’evoluzione della cultura egizia in quel periodo, mettendone in luce il carattere multietnico e la riuscita integrazione di culture diverse.

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