Concilio di Trento


1545 - 1563: Concilio di Trento
Il Concilio di Trento o Tridentino fu il 19° concilio ecumenico, una riunione di tutti i Vescovi per discutere della vita della Chiesa: quella Chiesa Cristiana definita cattolica.

Il Concilio durò dal 1545 al 1563 (18 anni) e fu seguito da tre Papi.

A premere per la convocazione di un concilio era stato soprattutto Carlo V: per il suo disegno imperiale, la pacificazione della Germania e la riforma della Chiesa risultavano essenziali.
Il papato e la Curia opposero resistenza al progetto, per timore che riapparissero le istanze conciliariste e per le temibili conseguenze di una riforma dottrinale e disciplinare: lo fecero differendone di continuo la convocazione, ma anche favorendo tentativi di riforma senza concilio, quale quello che nel 1536-37 portò all'elaborazione del Consilium de emendanda ecclesia. Fu la Pace di Crépy (1544), che impegnava Carlo V e Francesco I a favorire la convocazione di un concilio e a rispettarne le decisioni, a obbligare Paolo III all'organizzazione dell’assise nella città imperiale di Trento. I lavori iniziarono nel dicembre 1545, senza la partecipazione dei protestanti. Subito si discusse se il Concilio dovesse iniziare a trattare di riforma disciplinare della Chiesa, come chiedeva, con altri, Carlo V, o di questioni dottrinarie, come auspicava il papa. Si decise che le due prospettive dovessero coesistere. 
Paolo III riuscì a imporre le deliberazioni sulla dottrina, il che gli consentì di scavare un solco che impedisse qualsiasi tipo di intesa con il mondo riformato.
Alla Tradizione storica della Chiesa romana fu attribuita la stessa rilevanza della Sacra Scrittura; venne condannata la dottrina della giustificazione per fede e ribadita l’efficacia dei sette Sacramenti.

Il Concilio non riuscì nel compito di ricomporre lo scisma protestante e di ripristinare l'unità della Chiesa, ma fornì una risposta dottrinale in ambito cattolico alle questioni sollevate da Lutero e dai riformatori. Venne fornita una dottrina organica e completa sui sacramenti e si specificò l'importanza della cooperazione umana e del libero arbitrio nel disegno di salvezza.

Non si trattò in modo esaustivo il problema, sollevato dai protestanti, della natura e del ruolo del papato e del suo rapporto con l'episcopato; rimase anche in sospeso la questione del rapporto e della convivenza nella Chiesa tra aspetto istituzionale e misterico. Sul piano istituzionale, rimasero insolute le questioni dei privilegi e dei diritti attribuiti a sovrani e principi cattolici nell'intervenire nelle questioni interne alla Chiesa.
Istoria del Concilio Tridentinodi
Paolo Sarpi

Sono stati affrontati anche problemi come la preminenza della cura pastorale (cura delle anime) nell'operato del Vescovo o la riforma della vita religiosa.
Fu dato impulso alle Diocesi imponendo ai Vescovi la presenza nelle loro sedi, la celebrazione dei Sinodi e le Visite Pastorali e prevedendo in ogni Diocesi l'istituzione di un Seminario.
Dal Concilio emersero le linee fondamentali del cristianesimo cattolico, operanti per quasi 4 secoli e nettamente distinte dal contenuto dottrinale delle confessioni protestanti. L’attuazione del programma di riforma deciso a Trento, contro le opposizioni del potere politico e del protestantesimo, impegnò la Chiesa con l’aiuto dei nuovi ordini religiosi e della rinnovata Inquisizione.









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